«il Signore ci ama all’infinito»
Un pomeriggio insieme per festeggiare la Pasqua riflettere e pregare. Monsignor Tardelli: «il cammino di Azione Cattolica è un grande aiuto per il percorso di fede di tutti coloro che frequentano questa bella realtà». La S. Messa, nella chiesa degli Alberghi è stata presieduta dall’assistente diocesano don Lorenzo Fausto Battioli.
Si è svolto nel pomeriggio di sabato 6 aprile, presso il parco “il sorriso di Elisabetta” a Pescia, l’incontro unitario dell’Azione Cattolica della diocesi di Pescia. Adulti, giovani, bambini, si sono ritrovati in questo pomeriggio per festeggiare insieme la Pasqua con una caccia al tesoro a tema. La caccia al tesoro si è svolta in una serie di tappe a ricordo dei luoghi della settimana santa, ed in ogni tappa le squadre dovevano superare una prova. Nella prova presso il Sinedrio, dove Gesù è stato interrogato, ogni squadra si è impegnata a risolvere alcuni indovinelli. Un piccolo allenamento per imparare a rispondere nelle situazioni di difficoltà. Nella prova presso la via crucis, i ragazzi hanno affrontato un piccolo percorso legati insieme a due a due, un po’ come i discepoli, mandati due a due. Nella prova nel cortile dei romani, i ragazzi hanno affrontato la prova più terribile, la tortura, ma con il solletico. Nella prova nella sala dell’ultima cena, i ragazzi hanno dato dimostrazione della loro abilità culinaria mescolando alcuni ingredienti, per mostrarsi in grado di preparare una cena per Gesù. C’è stata poi una prova che si è rivelata particolarmente significativa, la tappa si è svolta presso il sepolcro. Ai ragazzi allora abbiamo chiesto di preparare un segno per il ritorno di Gesù, una sagoma di uovo pasquale decorata per rappresentare la Pasqua. I ragazzi hanno disegnato, e con i loro disegni ci hanno parlato di «il Signore ci ama all’infinito» con un disegno. In un altro «il Signore con la resurrezione ha portato la gioia nel mondo», in un altro ancora «il Signore ha portato la pace con la sua resurrezione». Questo gioco, creato nello stile di azione cattolica ragazzi, cioè parlare di fede attraverso attività giocose, ha portato i ragazzi davvero a meditare sul dono che il Signore ci ha fatto con la sua passione, morte, resurrezione. Il vescovo, mons. Fausto Tardelli, è passato a salutare i presenti. Ha raccontato della sua esperienza all’interno dell’azione cattolica, come educatore dei ragazzi da giovane seminarista, come assistente da sacerdote. Ha sottolineato il grande aiuto che l’azione cattolica dà ad ogni persona che la frequenta nel suo cammino di fede, ed il grande aiuto che dà alla vita della parrocchia. Gli educatori di azione cattolica presenti hanno descritto al vescovo il contenuto del pomeriggio, ed il vescovo ha concluso salutando i ragazzi, portandoli come esempio perché riguardo a loro Gesù ha detto che dobbiamo diventare come bambini per entrare nel regno dei cieli. Dopo l’intervento del vescovo il gruppo si è spostato alla chiesa degli Alberghi, dove si è svolta la messa celebrata dall’assistente diocesano, don Lorenzo Fausto Battioli. Nell’omelia don Lorenzo ha fatto un breve riassunto degli eventi precedenti alla resurrezione, e di come i vari personaggi hanno affrontato la situazione. «C’è un Pietro mosso dal rimorso, ci sono i tre che non sono stati capaci di vegliare con Lui. I due discepoli, in cammino verso Emmaus, in preda allo sconforto. Ciascuno interiorizza la morte di Gesù con la sua particolare sensibilità, ma credo che in tutti, ad aggravare la tristezza, ci fosse anche un senso di colpa per non aver dato a Gesù, la prova di una vera vicinanza. È un’esperienza che conosciamo molto bene: quando si perde un familiare o un amico, è facile coltivare sensi di colpa per non avere saputo attestare tutto che avrebbe meritato». Ma la logica di Gesù non è la logica dell’uomo, la sua è la logica della misericordia, quella che ha portato al suo sacrificio per la nostra salvezza, di fronte al quale i discepoli la sera di Pasqua «Gioirono al vedere il Signore». La stessa misericordia che, riconosciuta da Tommaso nella contemplazione delle ferite da cui sgorgava non più il sangue ma la luce della risurrezione, gli ha fatto esclamare: «Mio Signore e mio Dio!». Dopo la messa, la giornata si è conclusa con la cena nei locali parrocchiali a fianco l’asilo degli Alberghi.
Di Maurizio Seghieri