Intervista al Luogotenente per l’Italia centrale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme , Giuseppe Michele Marrani, che racconta come i cristiani locali si apprestano a vivere la Pasqua nonostante il clima di tensione. Le iniziative dell’Ordine e l’appello per la Colletta per la Terra Santa
Ci stiamo avvicinando al periodo di Pasqua, centro di tutto l’anno liturgico dove si celebrano gli eventi di fede correlati agli ultimi giorni di Gesù, la sua passione, morte in croce e resurrezione. Abbiamo chiesto al Luogotenente per l’Italia centrale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Giuseppe Michele Marrani, qual è la prospettiva e il clima che si respira nei luoghi emblematici per ogni cristiano.
Dall’attacco di Hamas a Israele alla dura rappresaglia dello stato ebraico sulla striscia di Gaza: una guerra che sta logorando, uccidendo, trucidando uomini donne e tanti bambini: in questo clima come si sta vivendo il periodo verso la Pasqua in Terra Santa, luogo simbolo della cristianità e meta di numerosi pellegrinaggi?
«Usando le parole del Cardinale Pierbattista Pizzaballa “Gerusalemme è luogo di incontro, fede, preghiera, gioia, di comunione e di unità e non conflitto e divisione, non è solo tensione politica e religiosa”.
In questo contesto la paura della guerra sta lasciando il posto alla speranza, la forte preoccupazione creata dal conflitto fra Israele ed Hamas, che ha portato ad una quasi totale interruzione del flusso dei pellegrini, in questi ultimi giorni lascia posto al desiderio di partecipare in modo ancor più vivo e forte alla Pasqua di nostro Signore con una presenza fisica nei luoghi dove il Signore è nato, vissuto e morto per noi.
Non dobbiamo dimenticare che nella nostra vita il Signore non è uno spettatore indifferente ma è parte attiva della stessa. Basti pensare come con i due discepoli sulla via di Emmaus si accompagna a noi viandanti, si fa conoscere nei segni dello spirito, riscalda il cuore dando senso ai nostri interrogativi, si siede a tavola con noi, prende e spezza il pane della fede, pronuncia la benedizione, ci dà il cibo dei sacramenti, del perdono e della grazia e lascia che lentamente i nostri occhi si aprano.
Il Patriarca inoltre afferma che “la città santa (Gerusalemme) è da sempre e sempre resterà casa di preghiera per tutti i popoli e nessuno la potrà possedere in maniera esclusiva”.
La nostra fede ci guida a reagire alla violenza non usandone altra, bensì perdonando, pregando e chiedendo giustizia. Questo è il modo migliore che possiamo usare per prepararci alla settimana Santa, con la speranza che anche le altre religioni li presenti, Ebraismo e Islam, condividano questa cammino interiore, per poter trovare una pace duratura ed una convivenza pacifica, nel reciproco rispetto».
Penso alla Domenica delle Palme: la consueta processione guidata dal Patriarca card. Pierbattista Pizzaballa, che apre le celebrazioni della Settimana Santa, si terrà lo stesso? L’anno scorso in 20.000 persone hanno preso parte alla processione delle palme, un grande segno di speranza. Una presenza che ha assicurato lavoro a tutte le famiglie cristiane che vivono dell’accoglienza dei pellegrini e permette loro di vivere in quel contesto sociale e religioso problematico. E quest’anno di guerra …
«Come ho avuto modo di dire la speranza sta prendendo il posto della paura e il desiderio di visitare i luoghi in cui nostro Signore è nato, vissuto e morto per noi sta riempiendo il cuore di migliaia di fedeli, che, a quanto mi risulta, hanno prenotato un pellegrinaggio nel periodo della settimana Santa 2024. Come Luogotenente avrei desiderato di recarmi a Gerusalemme per la domenica delle palme, ma i posti in aereo erano esauriti, questo è un buon segno, anzi direi ottimo.
Buona parte dei fratelli cristiani di Terra Santa lavora nel settore del turismo e nel suo indotto e venendo meno il flusso turistico legato ai pellegrinaggi molte famiglie hanno visto in questi mesi venire meno la loro fonte di reddito e di sostentamento. In una terra dove non esiste una forma di tutela qual è la nostra cassa integrazione, l’opera caritativa, svolta normalmente dall’Ordine, ha dovuto farsi carico del sostentamento economico di tutte queste famiglie. In questo caso l’opera del nostro Ordine si è rivelata fondamentale per garantire un afflusso finanziario straordinario per le necessità dei cristiani di Terra Santa, le pietre vive di Terra Santa.
Purtroppo si sono registrate difficoltà per aiutare i fratelli cristiani di Gaza. La guerra in corso ha impedito di sovvenire alle loro necessità materiali, ma sono sicuro che con la saggezza e la diplomazia che caratterizzano l’agire delle Autorità dell’Ordine sono già state individuate forme di aiuto immediato e concreto, non appena verrà meno lo stato di guerra».
Come luogotenente per l’Italia centrale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, istituzione incaricata di sopperire alle necessità del Patriarcato Latino di Gerusalemme e di sostenere le attività e iniziative a favore della presenza cristiana in Terra santa, quali sono le vostre attività e azioni umanitarie promosse e attuate in Terra santa in questo periodo così tragico?
«Come detto il nostro Ordine si è immediatamente attivato a partire da ottobre per una raccolta fondi straordinaria per la Terra Santa da, utilizzarsi per fronteggiare questa drammatica crisi, che si è aperta con l’inizio delle ostilità il 7 ottobre dello scorso anno.
Grazie alla generosità non solo di confratelli e consorelle ma anche di tanti parroci e fedeli di varie parrocchie, all’interno del territorio di competenza della Luogotenenza dell’Italia Centrale Appenninica, abbiamo raccolto una discreta somma di denaro che abbiamo provveduto ad inviare al Gran Magistero. Il nostro Gran Maestro, card. Fernando Filoni, ed il nostro Governatore Generale, Leonardo Visconti di Modrone, agiscono d’intesa col Patriarca di Gerusalemme, e conoscono realmente le necessità dei fratelli di terra Santa e per questo sono in grado di intervenire sulle situazioni più critiche ed urgenti con la celerità che il caso richiede».
La guerra e tragica dove le persone combattono, sono in pericolo di vita e muoiono: 22mila vittime tra cui 8mila bambini, una vera e propria carneficina. Quale messaggio si sente di rivolgere ai fedeli e ai sacerdoti delle nostre Parrocchie per sensibilizzarli al sostegno spirituale e materiale in favore dei nostri fratelli di Terrasanta, affinché sentano la nostra vicinanza spirituale e un consistente aiuto materiale?
«In un momento così tragico per la Terra Santa, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha chiesto, alle comunità cristiane di tutto il mondo, di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.
Io non posso far altro che far proprio l’appello del Cardinale Pizzaballa e di conseguenza invitare tutti, fedeli e sacerdoti, ad una preghiera forte, corale e costante per la pace in Terra Santa.
Oltre all’invito alla preghiera mi sento di sensibilizzare i sacerdoti perché in ogni parrocchia venga dedicata, oltre alla raccolta del Venerdì santo, una domenica in cui le offerte siano destinate alla terra Santa. Invito i parroci che si renderanno disponibili a questa iniziativa a contattare il Comm. Luca Parenti, delegato di Pistoia del nostro Ordine, per organizzare le raccolte fondi con presenza di cavalieri e dame nella parrocchia, allo scopo di spiegare le finalità del nostro Ordine e la destinazione delle offerte raccolte».
di Luca Parlanti