Un Sant’Allucio 2022 veramente ricco di doni
di Marco Giorgetti
«E’ veramente emozionante ritrovarsi in una Cattedrale così gremita di persone come non la vedevamo da tempo, è molto bello ritrovarsi qui oggi insieme a celebrare l’inizio del nostro anno pastorale». Da Mons. Filippini, traspare tutta la felicità per una domenica veramente speciale, iniziata con due ammissioni al cammino diaconale, di Gino Viola e Alessandro Pippi, nella celebrazione mattutina che ha concluso la visita pastorale nella parrocchia di Ponte Buggianese e arricchita durante la celebrazione in cattedrale sia dall’ammissione agli Ordini sacri di Matteo Nincheri sia dal conferimento del Lettorato a Daniele Familiari, Angelo Pacifico e Alessandro Pellegrini. Una celebrazione solenne scandita dalle parole del Vescovo che durante l’omelia, che riportiamo integralmente, ha sottolineato alcune caratteristiche fondamentali ed attuali della figura di Sant’Allucio.
«La Liturgia della Parola, -ha affermato il Vescovo -, per la festa di S.Allucio è ricchissima di messaggi, e altri messaggi importanti li riceveremo attraverso i riti straordinari di questa celebrazione: l’Ammissione di Matteo e il conferimento del Lettorato a tre aspiranti diaconi: Alessandro, Angelo e Daniele. Proviamo a evidenziare alcuni temi.
Il brano del Siracide è un tipico commento sapienziale alla Legge di Dio per educare ciascuno a comportamenti e sentimenti degni del popolo dell’alleanza: troviamo inviti espressi al negativo, ripetuti al positivo (non negare un dono al bisognoso…da a chi ti chiede; non respingere la supplica del povero…porgi il tuo orecchio al misero) e questo è per comunicare in modo efficace ed inequivocabile la volontà del Signore. Ne esce fuori un ideale di comunità, sogno divino per gli uomini e la loro convivenza, fatto di attenzione al debole e al bisognoso, di solidarietà, armonia e pace. Alla fine, tutto prende la forma di relazioni parentali: sii come un padre per i suoi figli, come un marito per la sua sposa… insomma prendiamo coscienza di essere una famiglia, la famiglia amata dall’Altissimo con tenerezza… “materna”!
Nel Vangelo, un brano davvero lungo, abbiamo letto la versione lucana del discorso che Matteo colloca su una montagna. Il fatto che per Luca sia pronunciato in un luogo pianeggiante, non lo rende meno elevato e impervio: è una vetta della predicazione di Gesù, faticosa da raggiungere, ma da cui però si può contemplare un meraviglioso Paesaggio.
Gesù approfondisce, radicalizza e porta a compimento la Torah e…il sogno di Dio, sfocia nell’amore universale anche verso i nemici, nella misericordia e nel perdono, in una umanità dove regnano la nonviolenza e l’amore gratuito.
Per raggiungere la vetta è necessaria una scelta, un’opzione netta e perciò risuonano all’inizio Beatitudini e Guai: bisogna abbandonare i privilegi, le sicurezze e l’indifferenza, per farci vicini ai poveri, agli affamati e ai sofferenti, riconoscendoci “fratelli tutti”….tutti figli dell’unico Padre, misericordioso.
La Lettera di Pietro chiede infine di non indugiare e di iniziare a vivere il sogno di Dio a partire dalla Chiesa, dalla e nella comunità cristiana: il Tempo si è compiuto con la venuta di Gesù e il Signore che tornerà alla fine della storia si aspetta da noi una vita sobria, modesta e colma di preghiera, impegnata nella carità e nell’accoglienza lieta degli altri,
Tutti devono fare tutto? No a ciascuno viene donato il suo carisma, per amministrare la multiforme grazia di Dio nei diversi servizi della parola e dell’azione…
La vita di S.Allucio, il nostro patrono è un paradigma formidabile di chi ha fatto suo questo progetto: volontariato generoso, organizzazione comunitaria, estro e audacia…
Allucio offre la sua vita, quella di un giovane laico, per il quale i poveri, i malati, i pellegrini, diventano la sua famiglia, senza limiti, confini o barriere… e attorno a lui si raccolgono altri che abbracciano il suo ideale di vita e la sua via: quella del’amore fraterno, il sogno di una Chiesa, ospitale e accogliente che abbatte muri e costruisce ponti, che supera divisioni e contese, perché gli uomini si incontrino in pace, come è nel cuore del Creatore.
In questa bella cornice carissimi Matteo, Alessandro, Angelo e Daniele vivete oggi l’evento ecclesiale che vi conferma nel vostro cammino vocazionale: tenete dunque sempre presenti il luminoso orizzonte delineato dalla Parola e il modello concreto che vi offre S.Allucio.
Matteo caro, oggi chiedi alla Chiesa di essere ammesso ufficialmente fra i candidati al Diaconato e al Presbiterato. Da quando, con la presentazione di Don Bruno, sei venuto a comunicarmi che ti sentivi chiamato a consacrarti al Signore nel sacerdozio, hai compiuto una profonda maturazione, prima a Milano nell’itinerario vocazionale e poi nel Seminario Interdiocesano di Pisa. Nella preghiera, nello studio e nella vita comunitaria, ma anche nei primi impegni pastorali, hai preso coscienza, secondo quanto mi hai scritto, che la vocazione è appello alla responsabilità ecclesiale, da assumere umilmente, di fronte agli altri e a Dio, in un processo di spoliazione e di sempre maggiore autenticità. Stasera la Chiesa riconosce la tua crescita cristiana, intercede per te e ti invita a proseguire con gioia il percorso verso il ministero ordinato.
Anche voi carissimi aspiranti al Diaconato Permanente, Angelo, Alessandro e Daniele, dopo l’ammissione, avete intensificata la vostra formazione nella comunità diaconale, attraverso momenti di riflessione e di ricerca spirituale, nell’approfondimento della fede e nel servizio pastorale. E vi hanno sostenuto e aiutato le vostre famiglie, le spose e i figli. I responsabili del discernimento della vostra vocazione, hanno dichiarato che siete pronti ad assumere il Ministero Istituito del Lettorato: è un dono grande che ricevete e un compito significativo che assumete in modo stabile nella Chiesa.
Il Servizio della Parola vi chiede una vera passione per la conoscenza delle Sacre Scritture e per la corretta e degna proclamazione di esse, ma anche il desiderio di diffonderne nel popolo di Dio l’amore e la costante frequentazione, sia personale che nei piccoli gruppi. Potrete Guidarela liturgia delle ore e celebrare liturgie della Parola in assenza di ministri ordinati e sarà vostra cura il coordinamento e l’educazione degli altri fedeli a prestare la propria voce per il dialogo fra Dio e la comunità, ricordando che fare il lettore nella liturgia non può essere solo una questione di abilità tecnica o di professionalità, ma richiede un’esperienza interiore profonda: bisogna ascoltare, comprendere e pregare la Parola, con cuore docile.
Fra poco carissimi, direte il vostro eccomi: sia per tutti voi, un Si convinto, al Signore nella chiara consapevolezza di essere chiamati, ciascuno secondo il proprio carisma, all’edificazione della Chiesa, segno e strumento di salvezza e di pace».