Il saluto del Risorto risuona ancora più forte oggi
È questo il saluto del Risorto ai discepoli riuniti nel cenacolo la sera di Pasqua e la sua Parola fa quello che dice! Lo supplichiamo perciò di ripeterla in questo nostro tempo che ne ha disperato bisogno.
Prima la Pandemia, due anni di vita rubata, fra sofferenze, morti, solitudini, restrizioni della libertà e crisi economica e ora la Guerra, seminagione selvaggia di violenze e di odio, con i suoi indicibili orrori, le distruzioni, le masse dei profughi in fuga e la forsennata corsa verso il rischio nucleare. A peste fame et bello libera nos Domine… I Cavalieri dell’Apocalisse sembrano lanciati in una carica micidiale su un’umanità frastornata, prigioniera di logiche insane e disumane che spingono a moltiplicare le azioni e le reazioni belliche, nell’ingannevole convinzione che solo la ragione delle armi possa mettere fine a questa tragica crisi, mentre flebile si fa la voce della diplomazia e spuntata risulta l’arma della ragione. E quel che è peggio, i ragazzini che hanno riempito con scrupolosa precisione le bottiglie molotov, secondo le istruzioni degli adulti per “eroiche” gesta, non sanno quanto veleno hanno versato nei loro animi! Certo tutto questo è colpa di chi ha deciso la brutale invasione di un paese sovrano, ma non solo.
Trionfa di nuovo la retorica militarista dell’ardimento e del coraggio muscolare, mentre il termine pacifista è diventato quasi dispregiativo, come fosse la scelta della viltà.
Non era possibile opporre all’aggressione Russa una forma di resistenza alternativa che evitasse i massacri, gli sventramenti delle città e danni irreparabili all’ambiente?
Non lo so, ma certamente le lezioni storiche di chi si è rifiutato di rispondere con la violenza alla violenza, per risparmiare il proprio popolo da un bagno di sangue, come in Cecolovacchia nel 1968, sono cadute in uno sciagurato oblio. Ancora una volta si sono sbeffeggiate la teoria e le tecniche della nonviolenza, mai abbastanza studiate e sviluppate, bollandole come utopistiche e inefficaci e di Gandhi si è citato l’unico passo in cui giustifica l’uccisione del folle, armato di scimitarra, che sta per far strage di fanciulli: niente delle sue opere e dei suoi luminosi e straordinari esempi che hanno steso l’impero coloniale inglese.
Si è messo la sordina anche al Papa che più volte ha qualificato ogni guerra una “pazzia” e ha dichiarato il conflitto in atto, “crudele”, “mostruoso”, “ripugnante” e “sacrilego”. Siamo come in preda ad un malefico incantesimo che ci rende sordi e ciechi, e a testa bassa ci affrettiamo verso il baratro, incapaci di accogliere il suo invito lancinante: “Fermatevi!”
“Pace a Voi!”: risuoni forte e potente la voce del Risorto, che ha vinto la morte col suo amore crocifisso e sciolga l’incantesimo, mentre la celebrazione della sua Pasqua illumini la mente e il cuore di noi tutti, facendoci uscire da questa notte. Facciamoci convertire da Colui che ha dichiarato figli di Dio i costruttori di pace, ha superato la legge del taglione chiedendo di porgere l’altra guancia, e ha individuato la perfezione nell’amore dei nemici, perdonando anche ai suoi persecutori.
Lo scampanio festoso, che accompagnerà il canto del Gloria, ci risvegli alla fede, alla speranza e all’amore per tutti gli uomini “amati dal Signore” perché diventiamo tutti “uomini di buona volontà”.
+ Roberto Filippini