Festa di Santa Dorotea, patrona della città di Pescia
OMELIA DEL VESCOVO FAUSTO TARDELLI
Cattedrale di Santa Maria Assunta, Pescia
Domanica 9 febbraio 2025
Dopo aver celebrato la festa liturgica di Santa Dorotea, patrona della nostra città, il 6 febbraio scorso, oggi torniamo a celebrarla, stringendoci attorno a lei in un giorno di festa. E se il tempo ci ha un po’ impedito di fare tutto quello che avevamo pensato, ugual- mente festeggiamo con il nostro cuore e le nostre volontà decise ad onorare come merita la nostra santa patrona.
Vorrei trarre dalla festa di Santa Dorotea alcuni insegnamenti per la nostra città. Già l’anno scorso che era la prima volta della mia partecipazione alla memoria della santa – ebbi a dire alcune cose al riguardo del viver civile di una città. Anche stamani vorrei aggiungere qualche altro elemento tratto dalla parola di Dio e dalla figura di Santa Dorotea che la tradizione ci ha lasciato.
La prima cosa che vorrei sottolineare è la forza catalizzatrice che la patrona può avere e deve avere su tutta intera la città. Santa Do- rotea è la santa di tutti, è la patrona riconosciuta di Pescia, è, potremmo dire, la regina di questa città. Ciò vuol dire che, aldilà delle legittime divisioni e particolarità, tutti siamo uniti e concordi in un senso di appartenenza unitario che ci fa sentire parte di un’unica famiglia. Davvero tutti in questa città ci dobbiamo sentire coinvolti nella ricerca del bene comune e ciò che viene prima di maggioranze ed opposizioni, è la comune appartenenza a una storia, ad un popolo, ad una santa patrona, Santa Dorotea appunto. Anche il palio che si gareggia in suo onore e che vede il calore di rioni cittadini che si sfidano e si confrontano indica che posizioni diverse e pure in competizione, concorrono però ad una festa che è comune, la festa della città che si riconosce in modo unitario nella venerazione della Santa Patrona. E anche a chi non crede o non condivide la nostra fede e la nostra cultura ma che vive nei nostri territori, col massimo rispetto per loro, vogliamo però dire che la nostra città si sente unita e vuole vivere nella ricerca unitaria del bene comune, riconoscendosi nella vicenda di una donna che ha donato la vita continuando ad amare anche chi le faceva del male.
Un secondo elemento che vorrei sottolineare sono proprio quelle rose e quelle mele che la tradizione lega strettamente al martirio della santa. Voglio vedere – e a me sembra che il simbolismo sia abbastanza evidente – nelle mele, un riferimento al nutrimento e nelle rose, un riferimento alla bellezza. Nella narrazione antica, Do rotea le offre a chi l’aveva sbeffeggiata, commovendolo a tal punto da ottenerne la conversione.
A me pare che le mele e le rose possano simboleggiare quanto ogni cittadino, a partire dall’amministrazione comunale e a da tutti coloro che hanno una qualche responsabilità in questa città, compresa la chiesa, debba offrire alla città stessa, per il bene di tutti. Offrire le mele può benissimo significare l’impegno per produrre quanto serve al sostentamento della vita dell’uomo. E qui, possiamo dire che una città, per vivere, ha bisogno che i suoi cittadini non pensino solamente a produrre per se stessi. Occorre piuttosto che si pensi anche all’intera città, al suo sviluppo, al suo progresso, al suo benessere tenendo particolarmente conto di chi, tra la popolazione fa più fatica a tirare avanti. Offrire mele significa allora impegnarsi a sviluppare anche economicamente la città, facendo in modo che lo sviluppo economico non vada a vantaggio solo di pochi ma rifluisca a vantaggio di tutta la città.
E le rose? Beh, io penso che le rose che sono segno di bellezza e profumo, significhino l’impegno anche per rendere bella la città. La cura della bellezza per cui la città si offre bella e rinnovata anche a chi viene da fuori, mi pare debba essere un impegno portato avanti con convinzione da tutti i principali attori della vita pubblica cittadina ma anche da ciascun singolo cittadino. Le città degli uomini hanno bisogno di bellezza, hanno bisogno di nutrire anche le profondità spirituali dell’animo umano. Una città degradata e trasandata non riesce ad educare al bene le nuove generazioni e non riesce a trasmettere valori a chi la incontra e prima di tutto a chi la abita. Offrire rose, dunque, significa lavorare perché questa nostra città già bella per la sua storia e la sua cultura, fiorisca sempre di più. Se un tempo fu la città dei fiori, questa identità non può andare smarrita, deve piuttosto ritrovare vie nuove per attualizzarsi e nello stesso tempo dimostrarla con l’impegno di tutti per renderla sempre più bella.
L’ultima sottolineatura la traggo direttamente dal Vangelo che abbiamo ascoltato. Le vergini sagge di cui parla il vangelo sono ritenute tali perché, dovendo attendere lo sposo per la festa, si sono premunite dell’olio per la lampada affinché, nell’attesa non si esaurisca. L’invito dunque è alla vigilanza e a saper spendere bene il tempo che ci è dato da vivere. Ma direi che la parabola è anche un chiaro invito alla speranza. Le vergini sagge si premuniscono dell’olio, infatti, perché sanno guardare al futuro con speranza. Lo sposo arriverà, anche se tarderà; quindi, si premuniscono per l’attesa. Mi pare che qui possiamo trovare una indicazione importante anche per noi tutti e per la città: dobbiamo guardare al futuro e guardarlo con speranza. Occorre prepararlo, questo futuro. Non basta fermarsi al presente, eventualmente preoccupandosi soltanto di aggiustare il passato. Occorre pensare in grande, guardare avanti, alle prospettive future di una città e dunque occorre premunirsi prevedendo anche le difficoltà, gli imprevisti, ciò che può fare da ostacolo ai progetti che pure ci devono essere. E questo sguardo al futuro di una città fatto di amore e di impegno, con gli occhi e il cuore pieni di speranza anche per offrire a chi verrà dopo di noi il meglio, è qualcosa che deve caratterizzare ogni cittadino, ogni abitante di queste terre, qualsiasi sia il suo ruolo.
Santa Dorotea, nostra inclita patrona. Proteggici dal cielo, aiutaci a vivere nella concordia e nell’armonia, aiutaci ad impegnarci per uno sviluppo della nostra città e perché sia sempre più bella, sostienici perché acquisiamo occhi e cuori pieni di speranza. proteggi tutte le nostre famiglie, in particolare tutti coloro che soffrono o sentono il disagio del vivere