Venerdì 19 luglio presso la Casa della Spiga a Ponte Buggianese si è tenuta una serata di festa con i volontari della Gometa, i ragazzi che la frequentano e le loro famiglie, prima della pausa estiva. Tanti gli invitati, volontari del presente e del passato, il sindaco di Ponte Buggianese, il presidente e la vice presidente della Fondazione CARIPT, Stefano …il dottor Stefano Lomi, direttore della Società della Salute Valdinievole e tante persone che hanno avuto l’occasione di conoscere l’associazione.
La festa è iniziata verso le 19 con la santa messa celebrata da don Sergio Cerracchio, che già altre volte è stato presente mettendosi a servizio per l’associazione. Antonio Ciuffreda, presidente de “La Gometa”, ha tenuto a sottolineare che la storia di questa associazione non può prescindere dalla presenza di Dio: «Nel nostro giardino è stata messa la statua della Madonna, non come figura decorativa, non come fosse un nanetto o un puffo, ma per rappresentare il fatto che abbiamo come fondamento la fede e ci rivolgiamo alla madre del Signore per il sostegno sempre necessario per questo impegno che portiamo avanti da oltre 35 anni.» Poi ha proseguito: «abbiamo cominciato l’anno ringraziando il Signore con la messa e ora che ci accingiamo a prenderci un piccolo momento di riposo, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere tante belle cose insieme».
Nell’omelia don Sergio, basandosi sul brano del Vangelo del giorno, ha parlato del fatto che spesso viviamo le regole come un modo per sentirsi a posto, ma che in realtà se non vengono vissute nell’amore, con il cuore aperto ai fratelli, non ci avvicinano all’amore di Dio. «Il vero peccato – ha detto don Sergio – non consiste nel fatto di contravvenire al rispetto del sabato. Se di sabato curo il fratello bisognoso, onoro sicuramente il Signore. Tutte le volte che ci prendiamo cura del nostro fratello, non facciamo solo un’opera gentile o buona, ma addirittura stiamo facendo un atto religioso, un atto di culto verso Dio. Per questo motivo è un gesto vuoto partecipare alla messa senza l’impegno verso i fratelli, così come non possiamo a lungo impegnarci nel servizio dei fratelli, se non partecipiamo alla messa: nell’eucarestia andiamo a prendere dalla fonte la forza per portare avanti l’impegno di amore verso gli altri».
Al termine della celebrazione Luca Gori, ha ringraziato per l’invito, vissuto come un momento di riposo dall’impegno costante di ogni giorno, proprio come è narrato nel Vangelo, quando Gesù invitava i discepoli a ritirarsi in disparte per riposarsi. «Sono particolarmente orgoglioso di partecipare a questa festa, perché la mia vita è intrecciata con quella del terzo settore e in particolare nell’impegno a favore delle persone disabili. La fondazione da tempo è presente nel sostegno a “La Gometa” e sarà sempre un punto di supporto e incoraggiamento per consentire a questa bella associazione di portare avanti i suoi progetti».
Il direttore della SdS Valdinievole ha espresso così i suoi saluti: «Siete una piccola comunità, ma per la Valdinievole una comunità importante. In origine le comunità erano quelle realtà che avevano qualcosa in comune. In questa vostra bella associazione vediamo effettivamente che c’è qualcosa in comune, qualcosa che lega: solidarietà, affetti, significati, tanti valori intangibili che però si vedono attraverso quello che fate».
Il sindaco di Ponte Buggianese ha portato i saluti dell’amministrazione comunale e soprattutto dell’assessore Giannanti che da tempo collabora con “La Gometa”, ha ricordato i tanti progetti portati avanti dall’associazione e i continui contatti di collaborazione per continuare a sviluppare nuovi progetti sempre più coinvolgenti.
Prima della cena Antonio ha ringraziato tutti i presenti, soprattutto i volontari, verso i quali ha avuto parole di vera amicizia: «senza di loro tutto questo non potrebbe esistere ed io sarei il presidente del nulla»; poi ha invitato a sedersi per la cena che è proseguita allietata dal duo musicale dei giovani Federica e Stefano e dalla gioiosa partecipazione del clown “Mammolo”, al secolo Massimiliano Zenoni.
Intervista ad Antonio Ciuffreda sul progetto “Io mi prendo cura di te”
Abbiamo incontrato Antonio, presidente de “La Gometa”, in occasione della festa di fine anno sociale: è stata l’occasione per chiedergli qualche informazione sul progetto “Io mi prendo cura di te”.
Antonio, puoi raccontarci in cosa consiste questo progetto?
Il progetto prevede la realizzazione di un campo scuola estivo insieme ai nostri ragazzi e ai volontari. La nostra associazione da oltre 30 anni anni organizza questo tipo di attività che è in definitiva la massima esperienza di ciò che viene vissuto durante lo svolgimento di tutte quelle azioni che contraddistinguono il nostro centro diurno. Per una settimana i nostri ragazzi con disabilità (li chiamiamo ragazzi ma quasi tutti sono adulti tra i 50 e i 60 anni) e i volontari, insieme, condividono spazi e tempi in un’ottica di reciproca crescita, amicizia e rispetto. Durante il campo scuola cerchiamo di mettere a frutto tutti gli insegnamenti che ognuno ha recepito in una visione ampia, socialmente impegnativa, che sappia mettere i nostri ragazzi nella condizione di poter dare il meglio di sé. Ognuno di noi desidera fare la vacanza con gli amici, riposarsi e divertirsi: questo è lo spirito a cui noi tendiamo, anche per tutti i nostri utenti: loro vengono al campo scuola estivo in Versilia perché vivono una settimana fuori dal contesto familiare, ma insieme agli amici.
Puoi esprimere gli aspetti fondamentali di questo progetto?
le realizzazione del campo scuola “Io mi prendo cura di te” si prefigge principalmente 3 obiettivi:
– consentire una settimana di sano svago e serenità a persone che nella vita non avrebbero mai questa opportunità;
– dare l’occasione alla maggior parte dei nostri “assistiti” di poter realizzare una maggiore autonomia comportamentale e relazionale, una volta che sono fuori dal proprio contesto familiare;
– concedere a tutti i volontari, giovani, adulti e meno giovani, di poter esercitare il senso del volontariato attraverso il dono del prendersi cura degli altri.
Vuoi dire qualcosa per invitare chi non ha mai partecipato a questa iniziativa?
Fare il bene, genera altrettanto bene e possiamo garantire che i volontari che escono da questo tipo di esperienza si sentono enormemente gratificati, sia dal vedere i ragazzi con disabilità felici e sereni, ma soprattutto arricchiti nei propri cuori e nelle proprie menti. Il campo scuola è una grande scuola di vita, per tutti, serve a rafforzare i rapporti e le capacità relazionali dei nostri ragazzi. Riuscire a creare i giusti stimoli per cercare di tirare fuori il meglio di sé è fondamentale per consentire loro di tornare a casa, migliorati e più consapevoli delle proprie azioni. Inoltre anche i volontari, soprattutto quelli più giovani, attraverso l’assunzione delle responsabilità e la vita comunitaria possono crescere e sentirsi valorizzati per la qualità del loro impegno.
Ma proprio tutti possono partecipare?
Chiunque abbia il desiderio di mettersi in gioco può dare la propria adesione all’associazione: un’occasione importante per poter dire “Io mi prendo cura di te”.
di Giovanni Sbolci