Lunedì 6 maggio il Vescovo Fausto Tardelli ha conferito il ministero dell’accolitato al seminarista Francesco Matteoni della comunità parrocchiale di San Jacopo maggiore di Altopascio.
La Celebrazione Eucaristica si è tenuta nella cappella del Seminario interdiocesano S. Caterina di Pisa alle ore 12.
Francesco Matteoni frequenta il quarto anno preparatorio al sacerdozio nello stesso seminario pisano che accoglie oltre agli studenti della diocesi di Pisa anche quelli di Pescia, Lucca, Livorno, Volterra e Massa Carrara-Pontremoli.
La cerimonia di conferimento è stata particolarmente sentita e partecipata dai numerosi presenti tra i quali abbiamo notato vari sacerdoti della diocesi di Pescia, i seminaristi e, soprattutto, i familiari e gli amici del seminarista altopascese.
L’omelia del Vescovo pesciatino si è concentrata sulla spiegazione delle due letture della liturgia del giorno tratte dagli Atti degli Apostoli e dal Vangelo secondo Giovanni.
«La lettura degli Atti degli Apostoli presenta uno dei primi momenti di evangelizzazione. Paolo e Barnaba si recano verso Filippi nella Macedonia e iniziano a parlare. Si presentano nei luoghi in cui la gente si ritrova e si rivolgono anche alle donne. È una evangelizzazione molto semplice e segue una impostazione di una semplice comunicazione fatta con il cuore. Infatti l’evangelizzazione è lo stabilirsi di una relazione con coloro che vengono evangelizzati. L’evangelizzazione è sempre un incontro di persone; è uno stabilirsi di una relazione. L’annuncio del Vangelo è un relazionarsi con l’altro il quale riceve non solo l’annuncio del messaggio della salvezza ma riceve anche la testimonianza dell’annunciatore. Cioè si incontra con un volto, con una persona che appunto gli testimonia ciò che ha incontrato lui per primo. Questa dimensione relazionale è fondamentale nell’evangelizzazione. Ed è fondamentale nell’esercizio del nostro ministero. Siamo invitati ad annunciare e a incontrare le persone e a stabilire una relazione con loro. Poi le persone possono accogliere questa relazione o possono rifiutarla. È questo l’annuncio del Vangelo che si condensa in questo modo».
Rivolgendosi al giovane seminarista ha aggiunto: «Anche tu Francesco che ti stai incamminando verso il ministero sacerdotale ricevi quest’oggi un ministero particolare di servizio del corpo di Cristo. È un servizio al corpo di Cristo che è fatto di persone, di uomini e di donne».
Monsignor Tardelli ha proseguito nel commentare la parte finale della lettura degli Atti degli Apostoli: «È davvero bello anche vedere questa opera di evangelizzazione così concreta, relazionale e simpatica, perchè c’è questa donna che rimane coinvolta da questo annuncio e stabilisce un legame con Paolo ed è bellissimo come si conclude questa lettura: “E ci costrinse ad accettare”. Questa donna insistette talmente tanto che Paolo e Barnaba non poterono dirle di no così “ci costrinse ad accettare ad andare a casa sua”. La lettura di oggi ci fa vedere l’evangelizzazione come un relazionarsi e come uno stabilire delle relazioni che sono basate su un amore che ci sovrasta e che viene comunicato anche agli altri. Questo amore fa scattare una risposta: venite a stare con noi, facciamo comunione, stiamo insieme».
Il Vescovo in merito alla descrizione del brano dell’evangelista Giovanni (15,26-16,4a) ha richiamato l’attenzione dei presenti con queste parole: «Nonostante tutta la nostra buona volontà, il nostro impegno, la nostra decisione e la nostra fede, (a volte dobbiamo metterci anche i nostri peccati), nonostante tutto, purtroppo, anche a causa dei nostri stessi peccati, non sempre c’è una risposta positiva. Lo dice anche il Signore: “Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi”. Però quando succede che siamo messi un pò da parte ci scandalizziamo subito. Certo che essere messi da parte, non compresi; avere un rifiuto ci fa male; ci dispiace; ci fa soffrire e ci fa anche lamentare. Però il Signore ci avvisa: ci parla dicendo appunto che non ci dobbiamo scandalizzare perché è così e può accadere: perchè la libertà dell’uomo è tale ed è rispettata da Dio. Dunque dobbiamo fare i conti con questa libertà che può dirci anche no e può anche opporsi alla nostra testimonianza; opporsi alla nostra amicizia. In fondo succede così anche per la Chiesa che vuole e fa di tutto per essere amica del mondo ma non sempre il mondo vuole essere amico della Chiesa. Questo dobbiamo riconoscerlo e dobbiamo saperlo accettare e non farne motivo di scandalo, ma motivo di preghiera raddoppiata e di maggiore fiducia nell’azione del Paraclito, del difensore. Quindi c’è la forza dello spirito nel quale possiamo confidare non scoraggiandoci e non scandalizzandoci mai di fronte alle difficoltà».
Il Vescovo Tardelli ha concluso il suo intervento rivolgendosi nuovamente al seminarista Francesco Matteoni con parole sincere: «Sei ancora in cammino e ci sarà ancora qualche altra tappa da fare. Comunque è bene prepararsi perchè il ministero sacerdotale non è senz’altro sempre rose e fiori; anzi a volte ci sono diverse spine. Ma non ci scandalizziamo e confidiamo nello spirito e nella sua forza».
Insieme al Vescovo di Pescia ha concelebrato anche il nostro Vescovo emerito Roberto Filippini. Al seminarista ha indirizzato espressioni augurali e al tempo stesso ha messo in risalto la figura e la funzione specifica dell’accolito.
Al carissimo Francesco in cammino verso il quindo anno formativo porgiamo le nostre felicitazioni in attesa della sua ordinazione diaconale.
