«Secondo me il vero sacerdote è il mio parroco don Mario: sempre disponibile ad accoglierti, ad ascoltarti e ad incoraggiarti con una buona parola. È generoso. Se hai bisogno di un libro, te lo presta. È davvero un uomo buono al quale tutti vogliamo bene».
Questa era la dichiarazione di una ragazza nei confronti del suo parroco don Mario De Molo. Infatti lei frequentava la Parrocchia di Castellare di Pescia nei primi anni Novanta.
Don Mario De Molo ci ha lasciato il 1 maggio 2014, dieci anni fa. Originario del vicentino, era nato a Milano il 21 luglio 1925. Trascorse alcuni degli anni giovanili a Firenze dove ebbe modo di incontrare e frequentare monsignor Dino Luigi Romoli. A seguito della nomina di quest’ultimo a vescovo di Pescia anche don Mario si trasferì nella città valdinievolina dove terminò nel seminario vescovile gli studi sacerdotali. Infatti il 24 giugno 1956 ricevette la consacrazione presbiterale per l’imposizione delle mani e per la preghiera consacratoria dello stesso vescovo Romoli.
Iniziò il suo ministero pastorale come cappellano a Monsummano Terme. Nel 1960 fu destinato alla Parrocchia di Santa Maria Assunta di Montecatini Terme quale coadiutore del parroco monsignor Giulio Celli. Vi rimase fino al 19 marzo 1973, quando ricevette la nomina di arciprete di Castellare di Pescia. Qui trascorse ben trentuno anni.
Circa il suo lodevole apostolato a Castellare riportiamo una sincera e affettuosa testimonianza del nostro amico lettore Riccardo Arretini, per più anni direttore della Cassa Rurale di Alberghi di Pescia, oggi Banca di Pescia e Cascina.
«Sono venuto a Pescia giovane direttore di 32 anni ed ho preso la responsabilità della Cassa Rurale di Alberghi di Pescia un’istituzione con fini e principi cristiano-operativi. Le nostre Banche stavano allora crescendo e lavoravano per mettere le premesse del loro sviluppo. Ho avuto allora la fortuna di conoscere don Mario.
Uno dei miei primi impegni fu infatti quello di andarlo a trovare alla Parrocchia del Castellare, dove la nostra Banca operava. Ci animavano nel nostro lavoro la volontà di aiutare le persone e le economie più deboli.
Don Mario mi aprì la porta con cordialità e mi disse di andarlo a trovare quando volevo per consigliarmi con lui in qualsiasi momento. Se riuscii a portare la Banca a livelli di stima e considerazione locale lo devo parecchio al suo aiuto di sacerdote semplice, ma di profonda fede cristiana, e che cercava di risolvere i problemi di tutti.
La benedizione annuale degli uffici bancari avveniva addirittura la sera perché non voleva disturbare la nostra operatività mattutina.
Bello quando in mezzo al salone si rivolgeva a tutto il personale e diffondeva con semplicità familiare i suoi sentimenti di stima per tutti e di gratitudine e considerazione per il lavoro che tutti facevamo per soci e clienti. Bello, bello, davvero! Poi creò con un gruppo di giovani della parrocchia (oggi tutti con famiglia) l’Associazione di Azione Cattolica del Castellare e volle che io la guidassi per un po’ di tempo.
Grande valore avevano gli incontri che faceva per la preparazione dei giovani al matrimonio. Gratificava tutti con belle parole che nascevano dal suo grande cuore e ti legavano a lui ed alla sua fede nel Signore. Voglio anche ribadire la sua forte preparazione teologica e culturale.
Grazie don Mario. Dovremmo scrivere tante cose buone realizzate, ma non basterebbero le pagine a lei dedicate. Il Suo ministero sacerdotale e la sua missione saranno sempre vivi in noi e soprattutto sia certo che la ricorderemo tutti con affetto e fede, ringraziando il Signore di averci donato davvero un “Buon Pastore”».
Nell’ottobre 2004 si congedò dai suoi parrocchiani e si ritirò nella Casa di Riposo di san Giuseppe di Pescia, diventandone il cappellano. Inoltre ogni domenica mattina si recava nella chiesa di Chiesanuova Uzzanese per celebrare la Messa. Nella sua biografia, tra l’altro, si legge: «8 luglio 2007: in ricompensa di tanto lavoro effettuato nella parrocchia di Castellare, mons. Vescovo, udito il consiglio del Capitolo della Cattedrale di Pescia, nomina il sac. Mario De Molo alla dignità di Canonico della nostra Cattedrale. Vivissimi rallegramenti a questo degnissimo sacerdote che per tanti anni di lavoro pastorale ha portato frutti spirituali nella nostra Diocesi».
L’importante nomina non mutò la sua innata semplicità. Continuò a indossare la solita veste consumata dagli anni rimanendo per tutti don Mario. E nella naturalezza in cui era sempre vissuto si spense all’età di 89 anni.
