Nella domenica a Gesù Buon Pastore monsignor Tardelli ha presieduto in Cattedrale la Messa conferendo il ministero istituito dell’accolito ai candidati al diaconato permanente. Nella domenica dedicata a Gesù Buon Pastore monsignor Tardelli ha presieduto in Cattedrale la Messa conferendo il ministero istituito dell’accolito ai candidati al diaconato permanente.
Mons. Tardelli: «La prima cosa da fare questa sera è rinnovare la scelta di seguire Gesù il nostro pastore»
Si è svolta domenica scorsa, 21 aprile, quarta domenica di pasqua e domenica del Buon Pastore la celebrazione presieduta in Cattedrale dal vescovo di Pescia fausto Tardelli nella quale ha conferito il ministero istituito dell’accolitato a quattro aspiranti al diaconato permanente: Alessandro Pippi e Giacinto Viola della comunità parrocchiale di San Michele Arcangelo in Ponte Buggianese, Andrea Ercolini della comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta in Castellare e Paolo Mori della parrocchia dei Santi Pietro apostolo e Marco evangelista in Pieve a Nievole.
Una domenica particolarmente cara al nostro vescovo, quella del buon pastore, per la sua storia spirituale personale con il Signore: «Era infatti il lontano 1972- ci ricorda il Vescovo- quando, appena ventunenne, proprio nella domenica del buon Pastore, venivo ammesso – nella cattedrale di San Martino a Lucca – tra i candidati all’ordine sacro; primo, insieme ai miei compagni, a celebrare questo nuovo rito al posto della sacra tonsura, fino ad allora in vigore. Poi, diversi anni dopo, ancora nella IV domenica di Pasqua, nel 2004, venti anni fa – cadeva allora il 2 maggio – una cosa molto più significativa: ricevevo l’Ordinazione episcopale nella basilica di San Frediano, sempre in Lucca per essere destinato alla chiesa di San Miniato».
Una domenica particolare che ci ricorda che dobbiamo guardare con fiducia e amore al buon pastore che ha dato la vita per noi ci ricorda il vescovo Fausto nell’omelia: «E che continua a donarcela per farci figli di Dio, non più pecore disperse e prive di pascolo, ma gregge santo del Signore, incamminato verso i pascoli eterni, ricolmi di prati verdeggianti e di sorgenti di acqua fresca».
Gesù non è solo la guida, dunque, il Capo del gregge, ma soprattutto è chi pensa a ciascuno di noi come all’amore della sua vita. Così precisa ancora il vescovo che aggiunge: «La prima cosa da fare questa sera è rinnovare la scelta di seguire il nostro pastore, di ascoltare la sua parola, di lasciarsi guidare da lui, senza ribellarci e voler fare di testa nostra. L’identità fondamentale della chiesa, sta nell’ascoltare e seguire questo pastore e poi nel compiere quanto lui ci chiede. Tutto deve ruotare attorno a questo centro fondante ed essenziale».
Il vescovo prosegue nella sua omelia invitandoci tutti ad avere un occhio attento al buon pastore nel nostro servizio come testimoni del Risorto: «Nello stesso tempo però, questa quarta domenica ci spinge a riflettere anche su quella che è l’azione pastorale – così come la definiamo normalmente – della chiesa stessa. Questa azione pastorale, non è nient’altro che la prosecuzione, da parte della chiesa tutta, dell’azione stessa del Buon Pastore. Egli affida alla sua chiesa il compito di continuare la sua opera di Buon Pastore nel mondo ad ogni latitudine e nel tempo per tutti i secoli. L’azione pastorale, dunque, non è appannaggio dei soli ministri ordinati né è a loro riservata. Essa invece è di tutti e di ciascun membro del popolo di Dio e si esplica attraverso diversi ministeri e carismi, diverse vocazioni date per l’utilità comuni e appunto, per continuare l’opera del Salvatore. Ma ogni vocazione ed ogni ministero è chiamato a continuare l’opera del buon pastore e a continuarla nel modo in cui lui l’ha svolta: dando cioè la vita per gli uomini e le donne di tutto il mondo. Significa amare ogni creatura con l’amore stesso di Cristo verso ciascuna pecora del gregge, donando persino la vita perché ogni creatura incontri la salvezza del Signore. In questa azione pastorale, trovano posto, come ho detto tutti i ministeri, come anche quello dell’accolitato che stasera conferiamo a Andrea, Alessandro, Giacinto e Paolo che in questo modo si avvicinano all’ordinazione diaconale».
Di Luca Parlanti