Il nostro Vescovo Fausto Tardelli ricevette l’ordine episcopale venti anni fa. Era il giorno di domenica 2 maggio 2004, IV di Pasqua che la Chiesa dedica a Gesù “Buon Pastore”.
Quattro anni prima l’arcidiocesi di Lucca aveva assistito ad un altro evento analogo. A giungere alla pienezza del sacerdozio fu allora monsignor Mansueto Bianchi. Questi, scomparso prematuramente, fu compagno di studi e di ordinazione sacerdotale del nostro Vescovo e fu destinato prima alla sede di Volterra e, poi, a quella di Pistoia.
Monsignor Emilio Citti, canonico del Capitolo della cattedrale di Lucca, ricorda l’ascesa all’episcopato del nostro Vescovo: «La nomina di monsignor Fausto Tardelli a vescovo di San Miniato ci rallegrò tutti, perchè lui era ed è fra i sacerdoti più meritevoli della nostra diocesi. Ha effettuato gli studi romani conseguendo il dottorato in teologia morale. Poi a Lucca è stato parroco, docente nel seminario e anche nello Studio Interdiocesano di Camaiore e impegnato nella Pastorale giovanile. Inoltre per diversi anni è stato anche cancelliere vescovile. Tuttavia gli impegni più grandi e faticosi furono quello di segretario generale del Sinodo diocesano (il primo dopo il Concilio Vaticano II) e quello di pro vicario generale. Quindi la nomina giunse nel momento in cui nella sua vita tanti erano stati i frutti di apostolato e di insegnamento e tanti erano stati anche i frutti della sua vita spesa a vantaggio della nostra diocesi».
A monsignor Citti fa eco don Francesco Maccari, parroco dell’Unità pastorale di Borgo a Mozzano: «La nomina di monsignor Fausto Tardelli a vescovo di San Miniato fu una bella sorpresa. Gli giunse dopo tanti anni di sacerdozio ricchi di esperienza soprattutto nelle vesti di pro vicario generale dell’arcidiocesi di Lucca. La sua persona non era una presenza da poco. Era la persona mite, aperta, disponibile e adatta a guidare una diocesi con un cammino nuovo da intraprendere». E aggiunge: «Con il Vescovo Fausto Tardelli non ero nella stessa classe ma ero insieme in seminario. Era uno studente bravo, sincero, disponibile e aperto. Erano gli anni del dopo Concilio Vaticano II e si vivevano dei “respiri” e si vivevano anche delle attese per costruire e che compromettevano le nostre persone. Non c’erano ancora dei cammini ben definiti. Eravamo ancora tutti in ricerca. Erano tutti cammini che non potevano accontentare tanto perchè erano, ripeto, cammini tutti di ricerca, seria e di compromissione della nostra vita, delle nostre scelte e certe volte anche del giudizio degli altri».
Don Maccari conclude: «Nei primi anni del mio sacerdozio il Vescovo Fausto mi ha aiutato spesse volte a risolvere situazioni difficili. Mi accompagnava anche a fare visita alle persone perchè lui aveva la macchina ed io la motocicletta. Entrambi siamo della città di Lucca. Avevamo un ottimo rapporto e una visione aperta anche alle prospettive».
L’Ordinazione episcopale avvenne nella vetusta basilica di san Frediano di Lucca come spiegò allora lo stesso Vescovo Tardelli sulle pagine del settimanale diocesano lucchese: «San Frediano per me riveste un significato speciale dal momento che è la chiesa nella quale ho ricevuto il Battesimo 53 anni fa. Intorno a San Frediano ho sempre vissuto con la mia famiglia. Ho preferito ricevere l’Ordinazione nella città e nella chiesa che mi ha generato.
Sono figlio di questa terra e di questa chiesa, qui ho ricevuto le testimonianze e gli insegnamenti dei Vescovi, che sono stati per me e per tutti grandi figure. Ricordo Antonio Torrini, il vescovo di quando ero ragazzo, che allora vedevo come un anziano patriarca; ricordo Enrico Bartoletti, il vescovo illuminato che si adoperò con dedizione per il Concilio Vaticano II; e monsignor Giuliano Agresti che volle fortemente la Sua attuazione, uomo votato al sacrificio e al Vangelo; monsignor Bruno Tommasi, poi, mi ha accompagnato tutta la vita, fin dal tempo in cui ero studente e lui Rettore del Seminario, ed ora sarà lui ad ordinarmi vescovo. In monsignor Italo Castellani, in questi ultimi tempi, ho trovato un amico vero, e ho avuto modo di sperimentare la sua straordinaria umanità e grandezza di cuore. Insieme al ricordo dei miei Vescovi, ho quello di schiere di persone con le quali ho allacciato bei rapporti in tutti questi anni in cui ho esercitato il mio Ministero sacerdotale, e non sono pochi: il 29 giugno saranno esattamente 30 anni da quando sono stato ordinato presbitero».
In quella circostanza importante il Vescovo Tardelli rivolse anche parole affettuose per la sua Chiesa di Lucca: «Ogni comunità deve essere lieta quando dona un figlio per il servizio della Chiesa universale: è una grazia che riceve più forte del dono, anche se talvolta può sembrare un sacrificio, in un tempo in cui il numero dei presbiteri si fa sempre più esiguo. Ogni comunità sa per certo che il dono di un suo figlio è un atto d’amore e anche d’onore, allorché valuta e ritiene positivo il riconoscimento a uno dei suoi figli: come dice il Vangelo, avrà la sua ricompensa. Donare e mettersi al servizio, ecco la logica della Chiesa. Il messaggio che vorrei lasciarle si pone in questa via. È come un duplice, ma unico messaggio: la Chiesa di Lucca deve farsi più consapevole dei doni che ha ricevuto, deve ringraziare più spesso il Signore, invece di anteporre una visione di pessimismo, che si sofferma sulle incoerenze, quando ci sono. La Chiesa di Lucca deve divenire una Chiesa che sa vivere con profonda gioia la comunione, pur nella Sua diversità; non lasciarsi prendere dalla tentazione di un atteggiamento passivo, remissivo; deve vivere con entusiasmo ogni suo lato positivo, in modo che sensibilità diverse possano ritrovarsi e riconoscersi attorno alla presenza di Cristo, attorno alla Parola, con spirito di vera condivisione».
Dopo diciannove anni di ministero episcopale svolto prima nella diocesi di San Miniato e, dopo, dall’8 ottobre 2014 in quella di Pistoia, papa Francesco il 14 ottobre scorso lo ha nominato anche vescovo di Pescia, abbinando così “in persona episcopi” la diocesi pesciatina a quella pistoiese.
Al nostro Vescovo Fausto Tardelli, prossimo anche a festeggiare il giubileo d’oro sacerdotale, rivolgiamo i migliori voti augurali per un cammino luminoso e benedetto dal Signore.
Carlo Pellegrini