Martedì Santo, 26 marzo si è svolta a Montecatini Alto la tradizionale Via Crucis diocesana presieduta da Mons. Tardelli e animata dai gruppi giovani di tutta la diocesi. La speranza come tema guida, quella speranza che non è solo una virtù teologale, ma una realtà.
«Pellegrini di speranza» è il tema e l’impegno che ci aspetta nell’anno del Giubileo 2025. Nel mettersi in cammino il Centro di Pastorale adolescenti e giovani, ha voluto dedicare la, ormai tradizionale, Via Crucis diocesana al tema della Speranza. Quella speranza che non è solo una virtù teologale, ma una realtà, un incontro che deve essere vissuto da ogni cristiano e resa concreta: «organizzare la speranza» come diceva don Tonino Bello.
Ai gruppi giovani della nostra diocesi è stato chiesto non solo di commentare le stazioni della Via Crucis, ma, a partire del commento fatto dai giovani della GMG 2023, di fare esperienza della speranza mettendosi in gioco. I commenti che abbiamo raccolto testimoniano come i giovani sanno veramente mettersi in gioco nel compiere gesti di bontà e diventare così piccoli semi di speranza nei confronti di qualcuno che nella società non trova un posto. Forse anche nel cuore di noi cristiani! I giovani ci ammaestrano e ci invitano a riflettere su come «davvero certe barriere sono tutte nella nostra mente e nel nostro cuore: ce le creiamo da soli». La cosa più bella è la logica con cui sono state vissute queste esperienze: non la logica del farsi belli; la logica dei followers…ma quella del vangelo: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» Mt 6, 1-4: senza mettersi in mostra, ma al servizio.
Il bello dei giovani è proprio questo di saper ‘servire’ nel nascondimento; di accogliere chi è diverso da te e ritrovarti a dire: «In tutto questo anche noi ci sentiamo cambiati perché stiamo scoprendo che aiutare gli altri dà un senso alle nostre vite e ci dona gioia»; di non aver paura a mettersi in discussione con persone di altre generazioni più avanti di età; di aiutare chi veramente è nel bisogno…e tutto con il sorriso, con la forza che viene da Colui che ha dato la vita per noi e ci insegna a dare la nostra per i fratelli scoprendo che «due ore nella nostra vita frenetica non sono niente ma per loro, gli anziani, hanno un valore immenso».
Chiudiamo con le parole di Papa Francesco quando parla della speranza come un contagio:
«il contagio ‘che si trasmette da cuore a cuore’, perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: ‘Cristo, mia speranza, è risorto!’. Non si tratta di una formula magica, che faccia svanire i problemi. No, la risurrezione di Cristo non è questo. È invece la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non ‘scavalca’ la sofferenza e la morte, ma le attraversa aprendo una strada nell’abisso, trasformando il male in bene: marchio esclusivo del potere di Dio» (Messaggio Urbi et Orbi, 12 aprile 2020); e quando parla della speranza come un diritto: «un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio e immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita» (Sabato Santo, 11 aprile 2020).
È la speranza che porta il mio nome e cognome!
Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani