Nella Parrocchia di Le Case, domenica 25 febbraio, erano quasi 150 i ragazzi provenienti da varie realtà della diocesi per incontrare e dare il benvenuto al nuovo vescovo mons. Tardelli.
«Vi ringrazio di cuore tutti quanti, perché mi accogliete a braccia aperte e questo è un bellissimo dono che mi fate e di cui sono molto grato. io sono qui per voi, a vostra disposizione e sono vicino a voi con la mia preghiera vi porto nel cuore uno per uno perché possiate camminare nelle strade de Signore e pensare alla vostra vita così come il Signore l’ha pensata per voi ed è la cosa più bella e più grande che può accadere.»
Con queste parole il Vescovo ha accolto e salutato circa 150 ragazzi provenienti da varie parrocchie della diocesi di Pescia accompagnati dai propri parroci ed educatori. L’incontro organizzato dalla Pastorale Giovanile e Adolescenti, nella chiesa di Cristo Redentore a Le Case, è stato pensato per vivere un momento di fraternità e dare il benvenuto al nuovo vescovo, dando il via agli appuntamenti organizzati in preparazione al Giubileo del 2025 a Roma con Papa Francesco.
Il vescovo è stato accolto in un clima di festa, nel salone parrocchiale, dove con la sigla iniziale si sono scaldati gli animi di tutti presenti dando il via ad un incontro molto sentito, bello e veramente toccante. All’interno della chiesa il momento di preghiera tutti insieme, le domande al Vescovo poste da alcuni ragazzi ed infine, un po’ di tempo caratterizzato da un “assordante” silenzio durante l’adorazione dove ogni ragazzo a tu per tu con Gesù ha potuto riflettere e mettere nelle sue mani desideri, sogni, delusioni, speranze, sofferenze e vuoti.
Le domande fatte al vescovo sono state chiare e precise ed hanno toccato temi attuali che ogni giovane si trova a vivere ogni giorno; Giorgia domanda al vescovo: «noi come gruppo giovani ci impegniamo a trasmettere dei valori positivi in un mondo in cui sono spesso sottovalutati, però a volte ci sembra di non riuscire completamente nel nostro intento, quindi ci chiedevamo come possiamo, come ci impegnano in una società in cui i valori positivi vengono soprastati dai valori negativi?» E il vescovo, soffermandosi sul tema del coraggio risponde: «se dobbiamo fare i conti con la realtà la realtà spesso è negativa purtroppo, lo vediamo, certe cose non è che siano proprio nella mentalità di tutti, anzi. Quindi camminare con Gesù significa spesso andare contro corrente, bisogna essere abituati a andare contro vento, se non vi piace lasciate perdere, non seguite Gesù perché con Gesù bisogna imparare ad andare un po’ contro vento, non col vento che porta via con tutti, perciò –aggiunge il Vescovo– la prima cosa è non scoraggiarsi perché non vediamo i risultati della nostra azione, vediamo che le cose vanno storte, bisogna continuare, non demoralizzarsi, non abbattersi. Se ci sembra inutile quello che facciamo, se ci sembra tempo perso aumentiamo magari la nostra preghiera e affidiamoci ancora di più al Signore».
Infatti alla domanda «come pensiamo al nostro futuro, come possiamo scoprire cosa il Signore ci chiede nella nostra vita?» l’invito del vescovo è chiaro: «mettersi nelle sue mani e fidarsi, questa è la prima cosa da fare. La seconda cosa è cercare di capire quali sono i desideri profondi che sono dentro di noi. Ma non quelli superficiali, voglio la playstation, no; voglio il telefonino dell’ultima generazione, no. Quelli profondi, quelli proprio profondi: cosa voglio io dalla mia vita? Qual è il desiderio che ho dentro di me? Cercare di capire cosa c’è dentro la nostra anima. E la terza cosa è quello di farsi aiutare, attraverso la preghiera e attraverso anche il consiglio di qualche sacerdote, di qualche persona che è più grande e che può aiutarci». Non è affatto semplice continua il vescovo «beh, sicuramente parlare di futuro non è facile, io ascoltavo un po’ di canzoni di Sanremo, leggevo un po’ di testi, tutti tristi, una tristezza incredibile, no? Non c’è da essere tristi in questo mondo?» -si domanda il vescovo- e in effetti le risposte sono ben poche: «perché anche voi se guardate davanti, la guerra qua, la guerra là, lavoro così com’è, la violenza, il bullismo, e quali sono le prospettive? Penso che a volte uno si impressiona un po’, e si sente un po’ schiacciato. Tuttavia, però, proprio perché seguiamo Gesù, morto e risorto, dobbiamo essere uomini e donne di speranza, la nostra forza è nella speranza, credere che seguendo Gesù noi possiamo costruire qualcosa di bello per la nostra vita e per la vita del mondo».
Vale sicuramente la pena impegnarci, anche tra mille difficoltà che ci circondano, a cercare Gesù nel nostro cuore, ad essere pieni di lui, per poter trasmettere ad altri giovani i valori, gli esempi, l’amore e la gioia che Gesù ci ha lasciato. Con Gesù nel nostro cuore possiamo essere veri evangelizzatori afferma il vescovo:«un giovane può essere evangelizzato bene non dal prete, non dal catechista, non da genitori ma dall’altro giovane. I giovani sono i primi apostoli degli altri giovani».
La serata si è conclusa con un momento convivile tra i ragazzi e il nuovo vescovo.