L’incontrarsi insieme vuol essere un invito per i giovani a diventare veri “pellegrini di Speranza” verso il Giubileo del 2025. Iniziamo dall’incontro con il nostro nuovo pastore, il Vescovo Fausto domenica 25 febbraio, a Le Case.
«Non temete, non temete, coraggio, non abbiate paura!» Le parole di Papa Francesco alla veglia della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona risuonano ancora nelle orecchie e nei cuori di coloro che hanno toccato con mano questa profonda esperienza e di coloro che l’hanno vissuta nei racconti, nelle storie e nei ricordi di altri. Nella notte della veglia finale, milioni di giovani da tutto il mondo hanno pregato in silenzio insieme, vivendo uno dei momenti più forti nella vita di un cristiano: l’esperienza dell’essere una comunità, dell’essere fratelli. Un incontro che lascia il segno.
La presenza e la condivisione passano direttamente dal cuore e portano ad una esperienza di accoglienza che difficilmente il mondo di oggi comunica, offre. Però, spesse volte, riduciamo questi incontri a fugaci esperienze, perdendone l’autenticità.
E continuiamo a domandarci: come si fa a far venire i giovani in Chiesa?
Una domanda che spesso, troppo spesso, sentiamo echeggiare tra le mura dei nostri oratori e delle nostre parrocchie, a volte vuoti di ragazzi e giovani che le riempiono con la loro vita e le loro risate. Da sempre ci concentriamo sul trovare ogni escamotage perché i giovani tornino a vivere le nostre realtà: ma questi ragazzi sembrano sempre così distanti, così lontani dalla nostra idea di Chiesa che non sembra attrarli abbastanza. E troppo spesso abbandoniamo il buon proposito di provare. Ma ci dimentichiamo di chiederci: cosa facciamo per incontrare i giovani? Quale fede comunichiamo loro davvero?
La testimonianza della fede è un esempio di vita vera, un esempio di vita piena che non lascia indifferenti per la pienezza che regala. Molto spesso le vite che i nostri ragazzi vedono sono vite spente, dove la fede è vissuta senza la gioia del cristiano che ha incontrato Cristo Risorto e che corre a dirlo a tutti.
I giovani sono alla continua ricerca della loro vita, del senso del loro futuro e dei progetti che piano piano prendono forma attraverso esperienze, prove ed errori. In questa costante ricerca hanno bisogno di esperienze di autenticità, di esperienze di incontro, di essere cercati. In questa dimensione è, infatti, fondamentale mettersi in cammino verso l’altro: come Gesù non si stancava mai di camminare ed incontrare, le nostre comunità hanno bisogno di riprendere la dinamicità del movimento verso l’esterno per incontrare, soprattutto, i giovani in ricerca.
La Pastorale Giovanile, oggi Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani, nel suo ruolo di accompagnatrice di giovani, è chiamata a diventare rete, appoggio, sostegno, legame tra la realtà della Chiesa e la realtà giovanile: un compito difficile, ma una sfida quotidiana a cercare metodi e linguaggi sempre nuovi per una testimonianza vera e profonda, di gioia autentica. La dinamicità della relazione richiede la necessità di rinnovarsi sempre, di non cedere alle troppo comode abitudini e di cercare strade nuove verso l’altro.
Il CPAG ha imparato proprio questo: cambiare linguaggio, restare vigile e attento sui bisogni espressi dai giovani e, soprattutto, muoversi per incontrarli. In questo, grazie alle tante esperienze fatte nel corso di questi ultimi anni (tra le quali spiccano le Giornate diocesane della gioventù, il Cammino di Santiago, la Giornata mondiale della Gioventù, la preghiera per il Sinodo dei vescovi) ha trovato passi e linguaggi nuovi per non perdere mai il contatto con il movimento interiore dei giovani; ma, soprattutto, ha cercato di trovare il dialogo. Nei numerosi eventi ed incontri, i gruppi dei giovani presenti in diocesi si sono conosciuti e hanno cominciato a trovarsi, a viversi attraverso esperienze condivise: hanno iniziato a riconoscersi come fratelli di un Padre grande che li cerca costantemente e li incontra attraverso i volti e le storie degli altri. Ciò che piano piano si crea è un saldo legame di fratellanza che non porta al temuto allontanamento dalle proprie realtà parrocchiali, ma spinge perché queste siano rinvigorite del nuovo spirito che solo l’uscita e l’incontro con altre esperienze può portare: il CPAG si augura di poter accompagnare i giovani della Diocesi in un percorso di scoperta e incontro, di testimonianza dell’Amore e dell’accoglienza di Dio, della bellezza di essere compagni di viaggio che, camminando insieme, possano scoprire «cieli nuovi e terra nuova».
In vista del Giubileo 2025, l’incontrarsi insieme vuol essere uno sprone per i giovani a diventare veri “pellegrini di Speranza” in mezzo ad un mondo stanco, deluso e scoraggiato per la violenza che lo abita, per l’egocentrismo che lo caratterizza, per il vuoto esistenziale che lo incatena e il disprezzo della vita che lo consuma. Diventiamo “Pellegrini di Speranza” dove quella Speranza ha un nome: Gesù!
Cosa vogliono i giovani oggi? Cura, attenzione, dialogo, incontro. Tempo.
Cosa siamo disposti a dare loro?
Ripartiamo tutti insieme, incontrandoci domenica 25 febbraio nei locali della parrocchia di Cristo Redentore a Monsummano Terme per un pomeriggio di gioia e di amicizia pregando insieme per dare per dare il benvenuto al nostro nuovo vescovo mons. Fausto Tardelli.
Di Gemma Sordi