1, Nonostante le paure e i timori per la situazione sanitaria ancora incerta e tormentata, abbiamo deciso di non rimandare la Messa Crismale, tanto era forte il desiderio di questo momento liturgico, fra i più intensi e singolari, in cui ci sperimentiamo come Chiesa diocesana e prendiamo coscienza del nostro mistero di popolo messianico. Avevamo proprio bisogno di ascoltare di nuovo le parole che Gesù proclamò nella Sinagoga di Nazareth e che svelano la sua e la nostra identità, la sua e la nostra vocazione, la sua e la nostra missione:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…” “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi” (Lc 4, 21)
- Ecco la nostra vocazione, ecco la nostra missione.
Vi ringrazio quindi di aver accolto l’invito per celebrare insieme questo oggi dello Spirito e saluto con grande affetto voi tutti che avete ricevuta la Sua unzione nei Santi Sacramenti.
- Vi ringrazio carissimi laici e laiche, che rappresentate le vostre comunità parrocchiali, gli uffici pastorali diocesani, i movimenti e le associazioni: voi siete la gran parte del popolo di Dio che è chiamato a vivere la gioia del vangelo e a diffonderla.
- Il Signore benedica chiunque di voi eserciti un ministero di fatto o istituito, nella cura delle liturgie, nella trasmissione della fede alle nuove generazioni, nella fondamentale testimonianza della carità, specie in questo tempo, e nell’edificazione quotidiana della comunione ecclesiale.
- Grazie carissimi Diaconi, partecipi del ministero ordinato, e grazie carissime sorelle di vita consacrata: questa eucaristia vi ricordi quanto è prezioso il dono delle vostre esistenze messe radicalmente a servizio del Signore e degli altri.
- E infine ringrazio di cuore voi, carissimi presbiteri, per essere venuti a questa concelebrazione nella quale davanti alla santa assemblea, confermerete gli impegni assunti nel giorno della vostra ordinazione. Saluto e faccio i miei auguri più sinceri a chi di voi celebra il 25° di Messa: don Michele Lacerna, P.Lorenzo Frattini, e anche don Lorenzo Battioli e don Federico Giuntoli che non hanno potuto essere presenti . Il Signore vi colmi di ogni grazia per rispondere fedelmente alla vostra chiamata e per essere dei preti felici di essere preti.
- Sono certo che ci fa bene trovarci qui uniti per confortarci reciprocamente e sorriderci almeno con gli occhi, e per rinnovare insieme la nostra fiducia nel Signore che anche in quest’anno terribile e faticoso, si è mostrato Pastore buono verso di noi, non facendoci mancare mai la sua guida e la sua protezione. Si! possiamo proclamare con verità: Il Signore è il mio Pastore non manco di nulla!
4 Anche se abbiamo dovuto attraversare valli oscure, lo abbiamo sentito sempre vicino, magari con piccoli segnali, come il rumore intermittente del suo bastone e il tocco delicato del suo vincastro: ci ha rassicurato e infuso calma e coraggio.
- Le nostre comunità, nonostante molte limitazioni e con tutte le cautele necessarie, hanno potuto tornare alla Sua mensa e attingere vigore al suo pane e al suo calice: la sua Parola e l’Eucarestia hanno continuato ad essere il centro pulsante della vita cristiana.
- Il Suo olio profumato con cui siamo stati consacrati tutti nei grandi sacramenti dell’iniziazione e nell’ordinazione sacra, ha continuato a infonderci tenerezza e compassione per offrire misericordia e consolare gli afflitti, per lenire dolori e guarire ferite; ci ha sostenuto per lottare senza tregua contro l’avversario che vuole dividere e seminare zizzania, ci ha dato la forza per vincere il male con il bene e l’inimicizia con la fraternità, ci ha donato la sapienza divina che ama la vita e promuove relazioni di armonia e patti di condivisione.
Il santo crisma che ci rende conformi a Cristo, il Figlio amato, ha continuato a modellarci interiormente, per rispecchiarne nel mondo la bellezza: quella del suo amore fino al sacrificio di se che suscita ancora stupore, che affascina e conquista i cuori.
“A colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un Regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a Lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen”
- Abbiamo davvero da ringraziare e da invocare per continuare il cammino sostenuti e scortati dalla sua Bontà e Fedeltà.
E’ necessario sentirci sempre in cammino, anche se reso pesante dalla pandemia e anche dopo il Giubileo del cinquecentenario che speriamo di concludere solennemente il 14 Maggio. Il nostro cammino di Chiesa continua e chiede di non fermarci.
Per questo nelle Stazioni Quaresimali di quest’anno ho proposto di seguire l’itinerario di Gesù verso Gerusalemme, secondo la narrazione sapiente del Vangelo di Marco.
Ci siamo immaginati anche noi sulla via, con i suoi discepoli, per accogliere in un ascolto attento, le sue istruzioni e farci formare da Lui, entrando nella sua logica divina, per farla nostra. Non basta una retta ortodossia, non basta confessarlo a parole, Cristo e Figlio di Dio, bisogna far nostra la sua strada.
- Il Signore chiede a tutti di cambiare mentalità e stile di vita: rinnegare se stessi, prendere la croce e seguirlo: dare la vita per guadagnarla. Solo il donare, seppure, ci dia l’impressione di rimetterci, ci fa compiere il migliore investimento, solo il perdersi per Lui e per il Vangelo, ci fa ritrovare se stessi e gli altri e salva la nostra esistenza che altrimenti rinsecchisce e soffoca.
- Il Signore non si stanca e non si arrende di fronte alla sordità e alla incomprensione reiterata dei discepoli che sembrano muoversi in altre direzioni: il prestigio, il successo, l’ambizione narcisistica. Sono tentazioni di sempre, presenti anche fra noi, presenti e attive anche dentro di noi. Gli episodi raccontati dall’evangelista ci offrono gli antidoti di Gesù: mettere al centro i piccoli e gli ultimi, aprirci al dialogo e al rispetto della diversità, cercare sempre la pace fraterna, sapore vero del suo discepolato.
- Gesù ci libera da un amore che non sa perdonare e che pretende sempre un contraccambio, e ci libera dalla smania del possesso, dei beni e delle persone. “Va, vendi quello che hai e dallo ai poveri”: come è difficile entrare nel Regno, come passare per la cruna di un ago…ma a Dio tutto è possibile!
- Il potere, come dominio e sopraffazione, insegna il Maestro, è l’idolo più temibile che deve essere tolto di mezzo dalla sua Comunità: “Fra voi non è così”. Non può essere così, se davvero seguite Colui che ha rivoluzionato la logica del mondo, che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto, per liberare l’umanità dai suoi demoni.
- A chi si rivolge Gesù mentre cammina verso la città santa? Secondo Marco ai dodici, a volte al più ampio gruppo dei discepoli, e spesso si apre a tutta una folla fra cui ci siamo indubbiamente anche noi tutti: laici, consacrati e consacrate, Diaconi e Preti. Si, è tutta la Chiesa che deve passare dalla logica del mondo, al pensare e a comportarsi secondo Dio.
Si parla tanto in questi anni di sinodalità e il Papa ha più volte chiamato la Chiesa Italiana a mettersi in movimento verso un Sinodo, anzi a porsi in un processo sinodale. Si tratta di sentire forte l’esigenza di crescere dalla collaborazione alla corresponsabilità di tutti. Si dice giustamente che tutti devono parlare e tutti devono essere ascoltati, e che le decisioni devono maturare nel confronto e nel dialogo, in un senso autentico di comunione. Ma attenzione tutto ciò non sarà possibile se non faremo nostra la spiritualità di Gesù, se non ci faremo piccoli con i piccoli e ultimi con gli ultimi, se non ci faremo servitori e anzi schiavi, dice Gesù, gli uni degli altri: e lo schiavo non si appartiene, appartiene ad un altro.
Noi apparteniamo al Signore, a Lui siamo stati consacrati. E’ tutto chiaro?
Perché tutto sia chiaro chiediamogli di aprirci gli occhi e di donarci un nuovo sguardo, come al cieco di Gerico, Bartimeo, ma soprattutto chiediamogli di aprirci il cuore, per seguirlo senza paure e senza indugio.
In questo spirito mi rivolgerò ora ai Presbiteri per invitarli a rinnovare le promesse dell’Ordinazione e a farlo con gioia e con gratitudine per il dono ricevuto e per la missione che è stata loro affidata. Sentiamoci tutti, uniti a loro, sosteniamoli con la nostra preghiera e il nostro affetto e ringraziamo con loro.
+ Roberto Vescovo