di Mariella Livi
L’Ottobre missionario di quest’anno, sulla scia del tema precedente – “Battezzati e inviati” che ci ha aiutato a riscoprire la vocazione missionaria come elemento costitutivo di ogni cristiano – prosegue alla luce della parola biblica tratta dalla vocazione del profeta Isaia: “Eccomi, manda me!”. Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale del prossimo 18 ottobre, scrive:questa di Isaia “è la risposta sempre nuova alla domanda del Signore: “Chi manderò?”. Questa chiamata proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale segnata anche dalle sofferenze e dalle sfide provocate dalla pandemia. Il Covid-19 ci ha presi alla sprovvista come i discepoli del Vangelo – dice ancora il Papa – in una tempesta inaspettata e furiosa, tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma tutti chiamati a remare insieme, ognuno importante e necessario tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Come quei discepoli anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.”
Questo “essere insieme” che pure è sbocciato nei mesi dell’emergenza nella solidarietà diffusa, nel prodigarsi verso gli ammalati anche a rischio della vita, nel soccorrere i poveri resi ancora più fragili, nell’inventare piccoli gesti di “vicinanza” nell’isolamento, necessita essere consolidato in prassi di vita per non rischiare di rimanere un fatto isolato “al tempo del Covid”.
E’ un cammino da fare partendo dal contesto storico che stiamo vivendo ma anche acquistando una maggior consapevolezza del bisogno di recuperare valori come il senso della comunità e della fraternità.
La Chiesa ci esorta ad essere missionari “tessitori di fraternità” iniziando dal quotidiano.
Il lavoro a telaio esige pazienza ma anche lungimiranza, accordo dei fili pur nella diversità dei colori, annodature come mani che si allacciano per non perdere nessuno. Così noi, dobbiamo imparare a vivere nuove relazioni. A trasformare l’estraneità in ospitalità reciproca, a dare testimonianza di accoglienza anche contro corrente, a coltivare nelle nostre famiglie e nelle parrocchie relazioni di fraternità e buone pratiche con il territorio, con i migranti e le persone di altre fedi presenti anche in diocesi.
Il primo passo è quello dell’ascolto e della preghiera propostoci dalla Veglia missionaria diocesana il 16 ottobre nella parrocchia del Corpus Domini a Montecatini Terme, saremo in presenza osservando le norme anticovid vigenti.