La celebrazione è stata concelebrata dal nostro Vescovo insieme a mons. Fausto Tardelli Vescovo di Pistoia
Il 25 luglio è un giorno speciale per la comunità altopascese, che si ritrova attorno al suo patrono, l’apostolo Giacomo. Pur nella eccezionalità delle circostanze attuali, che hanno suggerito di non effettuare la processione per le vie del paese e neanche, sotto un profilo più laico ma ugualmente legato al Santo, la tradizionale distribuzione della pasta alla popolazione – il cosiddetto Calderone dell’Altopascio -, si è svolta comunque una celebrazione sentita e partecipata, che ha fatto registrare il tutto esaurito.
Il programma delle celebrazioni liturgiche per il patrono si è aperto al mattino, alle ore 9, con le Lodi e la Santa Messa delle ore 10:30. Al pomeriggio, invece, alle ore 17 i Vespri, seguiti alle 17:30 dal rosario e alle 18 dalla Santa Messa. Quest’anno, nel quadro delle iniziative per i cinquecento anni del giubileo della diocesi di Pescia, si è scelto di evidenziare il filo rosso che collega il comune del Tau a Pistoia: i due paesi infatti hanno entrambi san Giacomo Maggiore come patrono. Pertanto, la Santa Messa delle ore 18 della parrocchia altopascese è stata celebrata dal vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, alla presenza del vescovo pesciatino, Roberto Filippini. Alla Santa Messa erano presenti, oltre al parroco Don Bruno De Rosa, anche due sacerdoti che sono cresciuti ad Altopascio: si tratta di don Stefano Salucci, parroco di Castellare di Pescia, e di monsignor Carlo Soldateschi, officiale della prefettura degli affari economici della Santa Sede.
In avvio di celebrazione, Tardelli ha sottolineato l’importanza dell’invito ricevuto: ciò non solo allo scopo di significare la vicinanza tra Chiese sorelle, tra diocesi confinanti, ma anche sotto un profilo personale. L’attuale vescovo di Pistoia è infatti lucchese – Altopascio, assieme a Montecarlo, è l’unico comune della provincia di Lucca a fare parte della diocesi di Pescia – e, dal 2004 al 2014, ha guidato la diocesi di San Miniato, sotto la quale il comune del Tau ha vissuto fino al 1727. Inoltre, Tardelli e Filippini condividono un’amicizia reciproca di lunga durata, dovuta alla comune esperienza seminarile.
La celebrazione si è aperta con il saluto del parroco altopascese, don Bruno De Rosa, all’amministrazione comunale – rappresentata dalla sindaca Sara D’Ambrosio e dagli assessori – alle forze dell’ordine e alle associazioni del mondo del volontariato. Nell’omelia, che ha preso le mosse dalla richiesta della madre dei figli di Zebedeo – «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno» (Mt 20, 21) -, Tardelli ha sottolineato come san Giacomo abbia capito la lezione/risposta di Gesù: in particolare, l’invito a un servizio speranzoso e coraggioso è stato testimoniato fino alla morte, avvenuta per martirio. San Giacomo è stato il primo tra gli apostoli a dare la vita per non rinnegare la propria fede. Allo stesso modo i fedeli sono stati esortati a procedere con ancora maggiore convinzione e tenacia lungo la via degli insegnamenti cristiani, di modo tale che essi permeino l’intera esistenza.
Come anticipato, non si è tenuta la processione per le vie del centro storico altopascese, ma ciò non ha significato l’assenza della preghiera a san Jacopo per la sua intercessione a favore della comunità altopascese, in questa occasione unita spiritualmente a Pistoia. Prima della benedizione finale Filippini, in rappresentanza della comunità altopascese e quindi della diocesi, ha omaggiato il “collega” pistoiese donandogli un opuscolo sulla storia della parrocchia di San Jacopo Maggiore ad Altopascio e una Via Crucis meditata, nonché il dvd e la versione in prosa del musical su sant’Allucio portato in scena dai parrocchiani altopascesi alla fine dello scorso anno. Gli opuscoli sono stati in seguito donati a tutti i presenti alla celebrazione.
Alessio Minicozzi