Abbiamo voluto rivolgere qualche domanda a Maria Cristina Brizzi, Direttrice della nostra Caritas Diocesana,
che ci ha illustrato il periodo di isolamento, concluso recentemente, dal punto di vista di chi opera ogni giorno nel sociale.
Quali i settori o gli ambiti sociali più colpiti, in questi 4 mesi di isolamento, nella nostra diocesi?
«Nella nostra diocesi i settori più colpiti dal nostro punto di vista sono stati nella fase di isolamento le persone:
– con lavori a nero o saltuari;
– inserite in progetti di reinclusione sociale,
– gli ambulanti e gli addetti di vendita porta a porta
Oltre ai già citati, anche giostrai e circensi i quali – non potendo richiedere aiuti ai comuni della Valdinievole in quanto non residenti – si sono trovati all’improvviso nell’impossibilità di approvvigionarsi di beni di prima necessità e di muoversi per poter tornare ai loro luoghi di provenienza. Si sono avvicinati anche uomini e donne che lavorano sulla strada, che non potendo avere più clienti data la chiusura del traffico, hanno avuto la necessità di rivolgersi a noi per mangiare e per pagarsi l’abitazione; i quali però, appena si è avuto un po’ di apertura dei movimenti, hanno potuto riprendere le loro “attività”.
Adesso che si stanno riaprendo un po’ tutte le attività si avvicinano ai nostri centri di ascolto persone le quali, pur avendo un lavoro, non hanno ricevuto la cassa integrazione o l’hanno ricevuta in ritardo e che hanno accumulato debiti di affitto e di bollette. Piccoli imprenditori specialmente del turismo che pur riaprendo l’attività hanno un calo fortissimo delle presenze che non riescono a sopperire alle spese accumulate».
Quali gli aspetti di questo periodo d’isolamento che hanno lasciato un insegnamento utile per il futuro?
«La cosa che ci ha colpito di più in questo periodo, e che non avrei mai immaginato di vivere, è trovarmi di fronte a persone e famiglie senza storie particolari che non avevano niente da mangiare, a cui non poteva bastare il solito pacco di alimenti a lunga scadenza come abbiamo sempre cercato di dare, ma che avevano bisogno anche di alimenti freschi (carne, uova, verdure, ecc.), alimenti per l’infanzia, di detersivi e prodotti per l’igiene personale. E proprio per queste mancanze ed emergenze abbiamo rimodulato fortemente i nostri servizi».
Caritas usufruisce dei fondi dell’8×1000, quanto è stato elargito dalla CEI per la nostra diocesi e come sono stati impiegati?
«La Caritas Diocesana è proprio grazie ai fondi dell’8×1000 che può portare avanti da sempre le sue attività e i suoi progetti; ogni anno la cifra si aggira intorno ai 160.000€. Sono da calcolare a parte, progetti particolari per cui si fa richiesta a Caritas Italiana. In questo caso, la Caritas Nazionale, può destinare altri finanziamenti sempre da fondi 8×1000. In questo periodo di emergenza però l’ufficio ha ricevuto dalla CEI 10.000 € straordinari proprio per poter far fronte alle necessità più urgenti che si sono presentate, e dalla Diocesi – sempre da fondi 8xmille straordinari – altri 10.000 €».
Quali sono i settori che hanno beneficiato dell’aiuto dell’8×1000 attraverso la Caritas diocesana?
«I settori sono: l’aiuto alle persone attraverso i Centri di Ascolto (affitti, bollette, medicinali, alimenti, ecc.) la Mensa di Solidarietà di Montecatini, i progetti come Madame Corbeille, Pesciamica e i co-housing di cui tre appartamenti a Montecatini e uno a Pescia, il mantenimento delle attività come formazione dei volontari, dipendenti, attrezzature ecc.».
Quali i progetti per il futuro, i campi di interventi in cui pensate di intervenire con altre risorse?
«I progetti futuri sono sicuramenti cercare di aiutare famiglie e attività a ripartire magari mettendo a disposizione piccole fondi di prestito anche attraverso fondi».
I volontari ci sono m non bastano mai…
«In questo periodo i nostri volontari storici hanno avuto momenti di assenza dovuta all’età e alla difficoltà di poter gestire in modo adeguato le attività, ma abbiamo avuto un buon numero di giovani che più liberi dalla scuola e dall’università si sono messi a disposizione.
Naturalmente abbiamo sempre bisogno di persone volenterose che si mettano a disposizione per le nostre attività a livello diocesano (Centri di Ascolto di Pescia e Montecatini, Mensa, alloggi di accoglienza, Laboratorio Madame Corbeille, Doposcuola) ma anche per le varie Caritas Parrocchiali del territorio (centri di ascolto, distribuzione vestiti e alimenti, progetti di accompagnamento delle persone, raccolte viveri e farmaci, ecc.)
Per contattarci per dare una mano basta chiamare all’ufficio Caritas Diocesana 0572/477916 la mattina».
Marco Giorgetti