La Veglia Pasquale ci immerge nella notte degli inizi del cosmo e quell’originario abisso di vuoto e oscurità di cui parla la Genesi, ci avvolge e rimanda a questo vortice buio di sofferenza e morte che attanaglia oggi l’umanità intera minacciata dalla pandemia. Forse mai come in questo frangente, i segni e le parole della liturgia trovano piena corrispondenza con l’esperienza quotidiana che stiamo attraversando.
Tenebre e silenzio in principio, ed oggi. E il desiderio di un intervento potente del Creatore si fa lancinante nel cuore delle cose che chiedono di venire all’essere. Le tenebre erano fitte e impenetrabili, quando la Parola potente del Creatore le squarciò come un tuono e la Luce invase il primo giorno. E’ questa la prima Pasqua, il primo passaggio e la prima vittoria sulla notte. Comincia il tempo e la realtà prende forma e ordine: e fu sera e fu mattino…tutto è buono e bello agli occhi di Dio che ha progetti di pace e di armonia, non senza inciampi e soste, frutti della finitudine e della colpa.
La storia umana vedrà susseguirsi ancora notti su notti, nell’accumulo del male e del peccato e nel divenire faticoso di una ricerca di luce di cui anche l’attuale situazione è un capitolo.
Nelle letture che abbiamo ascoltato, si narra di tre notti fondamentali per la storia della bibbia: quella di Abramo, quella dell’Esodo e quella del Messia.
Abramo si trova sull’orlo del nulla, davanti al sacrificio del figlio che ha ricevuto in dono e in dono sacrificale crede di dover offrire. Non ci sarà più futuro per lui: né l’affetto del bimbo, né la discendenza promessa incalcolabile che ne perpetui la vita. Le stelle sono spente e il cielo è buio. L’angelo di Dio gli ferma la mano, pago della sua fede, e lo rilancia nello scorrere di un tempo luminoso e benedetto senza fine.
Anche le schiere di Israele uscite dall’Egitto vedono solo morte alle spalle e di fronte: i carri del Faraone e il mare dei giunchi. Poi il vento, la bassa e l’alta marea, il cammino all’asciutto col cuore che batte forte di paura nella notte, e finalmente il canto, giunti all’altra sponda, nell’alba della libertà.
La quarta notte è quella dei profeti e degli annunci messianici: verranno i giorni del Regno universale di salvezza e di pace, abbondanza di acqua dissetante e di buon cibo, festa di fraternità e di comunione . Ma quante notti ancora, e quante notti buie, perché le nostre vie non sono quelle del Signore!
Finalmente il Messia giunge e attraversa le tenebre della croce, scende nel sepolcro e rotola via la pesante pietra della disperazione. Sia la luce, nella notte! E la luce fu, nella notte.
Il Risorto non elimina la notte del dolore, la notte del male che impazza e fa strage, la notte della morte che sembra celebrare il suo trionfo. Il Risorto è il divino “passatore”, colui che conosce bene il sentiero per oltrepassare il confine e ci guida sicuri nella notte, con la fiamma mite e forte del vangelo, attraverso il dolore, il male e la morte, verso una nuova vita.
Con il battesimo, ci ha spiegato l’apostolo Paolo, noi siamo diventati suoi, siamo stati immersi nella sua morte, per riemergere come nuove creature ed essere posti in movimento, liberi dal condizionamento del peccato; abbiamo ricevuto un dinamismo che deve esplicarsi in una condotta qualitativamente nuova, diversa da quella del vecchio uomo schiavo del male. La nostra esistenza è quella del Risorto che rifiuta l’egoismo e la rivalità, l’avidità e l’indifferenza , l’aggressività e la violenza; la vita dei risorti in Cristo cresce nella fraternità, nella condivisione e nella solidarietà, si rafforza nella misericordia e nel perdono, giunge a pienezza nella generosità e nel dono di se.
Carissimi la notte sarà ancora lunga, e avremo bisogno di tanta fede, di tanta speranza e di tanto amore. Restiamo uniti, in comunione con tutti gli uomini di buona volontà, gli uomini che Dio ama e facciamo Pasqua: “passiamo” oltre questa notte e ogni notte con Gesù il Vivente. Egli ci guidi, scacci le paure, doni calma profonda ai nostri cuori e ci permetta di vedere nuovi giorni felici, sempre nella sua luce.