Un gruppo crescente di fedeli da tutta la diocesi, ci fa periodicamente richiesta delle versioni integrali delle omelie del nostro Vescovo, da lui esposte nelle celebrazioni di grandi feste. Con molto piacere cerchiamo di soddisfare queste richieste. Riportiamo qui in basso l’omelia per la festa della Sacra Famiglia di fine 2019.
La lettera di Papa Francesco sul Presepe è una meditazione profonda e appassionata su questa tradizione che sempre ci emoziona, ci stupisce e ci commuove perché manifesta la tenerezza di Dio verso di noi, di un Dio che si abbassa alla nostra piccolezza, assume tutta la nostra realtà , si fa uno di noi, nell’incarnazione del Figlio….Papa Francesco racconta la storia del presepe … e poi lo contempla passando in rassegna tutti gli elementi che lo compongono, dallo sfondo del cielo stellato, ai paesaggi, ai personaggi , per concentrarsi infine sulla scena della grotta dove vediamo, avvolta di luce soave, la Santa Famiglia, Maria, Giuseppe e il bambino Gesù.
Anche la liturgia della Chiesa dalla notte e dal giorno di Natale in cui ha celebrato con solennità il miracolo della nascita umana del Figlio di Dio, oggi proclama gioiosamente che per incarnarsi Egli lo ha fatto in una famiglia umana: ha avuto una Mamma e un Padre, che lo hanno accolto e accudito, nutrito e custodito nell’amore, che lo hanno cresciuto e educato fino all’età adulta. Ecco la festa della Santa Famiglia…che ci offre la possibilità di riflettere e di pregare su questa realtà che non può non starci a cuore, così fondamentale per il vivere umano…
Ci facciamo guidare dalle tre letture che abbiamo ascoltato.
La prima, tratta da un libro della tradizione sapienziale sembra un commento puntuale al quarto comandamento: onora il Padre e la Madre.
Onorare ha oggi un senso sbiadito…… In Ebraico Kabed significa avere peso, e consistenza e qui, dare peso e riconoscere l’importanza. Onorare vuol dire riconoscere il posto che spetta a una persona. Ai genitori, anche nella vecchiaia è giusto dunque prestare aiuto e sostegno, nella riconoscenza per tutto ciò che hanno fatto…ma soprattutto riconoscere il loro posto nella trama delle relazioni e dei sentimenti al di là della propria capacità produttiva ed efficienza. Gli inviti del Siracide a chi si rivolgono? Al figlio adulto che sta fra i genitori e le nuove generazioni, i propri figli: se onorerà il padre e la madre riceverà lo stesso trattamento da vecchio “accumulerà tesori…avrà gioia dai propri figli”…Un comandamento sapiente e buono quindi che produce frutti buoni. Una catena di rispetto, di aiuto e solidarietà viene tesa fra le generazioni collegate in comunione fra loro secondo un principio semplice…al bene segue il bene… E questo diventa fonte di felicità e di benedizioni, non solo ma viene letto come un vero e proprio atto religioso, che fa perdonare i peccati e rinsalda la comunione con Dio.
La seconda lettura ci propone una serie di indicazioni per una vita cristiana che l’apostolo offre ai fedeli della Chiesa di Colossi e che da ultimo riguardano anche la vita familiare: esortazioni datate, legate ad un mondo gerarchizzato, dove qualcuno è capo e qualcuno è suddito. Ma la relazione con il Signore cambia dal di dentro tutto…essere sottomessi, ma essere amati e rispettati, obbedire ma senza essere esasperati… e Poi avere gli uni verso gli altri i sentimenti e gli atteggiamenti che sono di Gesù che nel battesimo si è rivestito : misericordia, bontà, umiltà, mansuetudine, pazienza….Si è invitati a sopportarsi , o meglio a supportarsi…e a perdonarsi: perché questa è l’esperienza fatta nell’incontro con Cristo, quella dell’essere perdonati e allora la Carità, l’Amore collegherà tutto , tutto armonizzerà e unirà. Si potrà cantare e pregare, lodare e ringraziare: c’è ben ragione di vivere eucaristicamente!
Una Parola infine sul Vangelo: il protagonista è Giuseppe, che non dice una parola, ma sogna e agisce per la sua famiglia, per Maria e per Gesù. Non sogna suoi sogni però, non fa suoi progetti con la pretesa di sapere cosa è bene e cosa è male a partire dalla propria volontà e dal proprio modo di vedere le cose. Giuseppe sogna i sogni che Dio gli dona e poi li esegue con fiducia umile e obbedienza: cercando ciò che Dio ha disegnato per lui e per i suoi cari… Che grande lezione!
Se nelle nostre famiglie ciascuno cercasse il bene dell’altro, la realizzazione dell’altro e non la propria… non sarebbero dei piccoli paradisi? al sicuro dai conflitti e disgregazioni, luoghi sereni di umanità salvata.
Buona Santa Famiglia carissimi… a tutti.
Roberto Filippini
Vescovo di Pescia