Dio disse “Facciamo l’uomo…”. Era l’ultima opera da compiere, nel sesto giorno, alla vigilia del Sabato primordiale. A differenza di tutte le altre creature, non c’è nel testo della Genesi un ordine perentorio che si traduce immediatamente in realtà. Sembra quasi che Dio si fermi e pensi tra se e se, affermano i rabbini, per prendere infine una decisione di immensa gravità: “Facciamo l’uomo..”. E infatti non sarà cosa semplice e istantanea: ci vorranno secoli e millenni, polvere, sudore e sangue, per fare un uomo… come Dio lo vuole, a sua perfetta immagine e somiglianza.
È ciò che festeggiamo a Natale facendo memoria della nascita di Gesù di Nazareth, il Figlio del Padre, irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza (Ebr. 1,3), immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione (Col 1,15), il Verbo eterno di Dio che si è fatto carne: l’uomo nella sua pienezza e verità. Gesù mite ed umile di cuore, che proclama il regno della giustizia e della pace, che si fa prossimo ai miseri e agli smarriti, che si curva sui feriti e sui delusi dalla vita, che accoglie il peccatore e l’adultera offrendo loro nuovi orizzonti di futuro, che perdona chi lo ha tradito e rinnegato, fedele nell’amore fino al dono estremo di se…Gesù è l’incarnazione di Dio-Amore e la rivelazione della sua Humanitas ( S.Girolamo) , del “progetto uomo” secondo l’intuizione del Creatore. Guardiamo cari fratelli al Bambino che è nato a Betlemme, teniamo lo sguardo fisso sulla sua divina umanità e…“Facciamo l’uomo”. Il mistero del Natale ci interroga e ci rivolge questa esaltante vocazione. Più che restare umani, si tratta di diventare umani, divinamente umani, nel segno della misericordia e dell’amorevolezza, della prossimità e della gratuità di Cristo Gesù.
Auguro a tutti voi, Buon Natale.
Roberto Filippini
Vescovo di Pescia